domenica 23 agosto 2009

Guerre? Un fatto di pioggia o siccità


Che relazione esiste tra cambiamenti climatici e frequenza delle guerre? Studiando 899 conflitti armati succedutisi in Cina dall’anno Mille fino al 1900 circa, David Zhand dell’Università di Hong Kong ha scoperto che tra i due fenomeni esiste un rapporto, che passa per il deterioramento dell’agricoltura e le morie di bestiame. L’alternanza di cicli pace-guerra ha sempre attratto gli studiosi di storia, che si sono arrovellati per individuare le possibili cause alla base dei conflitti.
In passato c’è stato chi definiva le guerre “episodi di adattamento all’ambiente da parte delle popolazioni” e chi invece puntava un dito accusatore contro un generico degrado ambientale oppure la scarsità di risorse. David Zhang e colleghi hanno invece seguito le variazioni di temperatura, che nella Cina rurale del secondo millennio sembrano aver giocato un ruolo decisivo. L’abbassamento periodico delle temperature, dicono gli studiosi in un articolo pubblicato sulla rivista Human Ecology, riduceva di conseguenza drasticamente la disponibilità di derrate agricole. Da qui, per effetto domino, subivano gravi danni anche gli allevamenti di bestiame. Anche i periodi caldi, che colpivano popolazioni e coltivazioni adattati ai periodi più freddi, modificavano l’intero ciclo produttivo. Wang Shaowu, del Dipartimento di Fisica dell’Atmosfera dell’Università di Pechino, aggiunge che anche la siccità, non sempre coincidente con periodi caldi, ha avuto effetti gravissimi sull’agricoltura. Secondo i ricercatori, l’unica opzione che restava alle popolazioni per ridistribuire le poche risorse era quindi la guerra.

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