venerdì 19 giugno 2009

Quando arrivano i lupi, rinasce l’ambiente

I lupi nel Parco di Yellowstone, negli Stati Uniti occidentali, hanno stabilito un equilibrio ecologico che si era perso dopo la loro scomparsa. E’ questa la conclusione dei ricercatori dell’Università dell’Oregon, che hanno seguito l’andamento delle popolazioni di lupi e delle loro prede (cervi in particolare) dopo la reintroduzione del predatore.
Nel 1995, infatti, dopo un’assenza di 70 anni, nel parco sono stati reimmessi alcuni lupi, che si sono riprodotti e divisi in quattro o cinque branchi diversi; immediatamente le prede sono diminuite di numero, e contemporaneamente sono aumentati gli alberi. Secondo William Ripple, ecologo della Facoltà di Silvicoltura dell’Università dell’Oregon, questo accade perché i cervi hanno profondamente cambiato il loro comportamento. E’ “l’ecologia della paura”: per timore dei cacciatori, i cervi non si riuniscono più in grossi branchi vicino ai fiumi, dove trovavano foraggio fresco e riparo. Ora si spostano solo in piccoli gruppi. Ma soprattutto, sotto la minaccia dei lupi, non riescono più a mangiare tranquillamente i germogli appena nati di salici e pioppi, gli alberi più importanti del parco. Per questo si possono finalmente vedere, dopo tanto tempo, piccoli alberelli in crescita; sono quelli che andranno a costituire i nuovi boschi di Yellowstone. Gli ecologi hanno accertato la presenza di altri effetti positivi, una vera “cascata” ecologica: gli alberi nuovi per esempio rallentano l’acqua piovana e bloccano l’erosione dei torrenti, permettendo anche ai castori do costruire le loro dighe. Con i lupi si ricrea cosi un ambiente simile al West prima dell’arrivo degli europei.

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