giovedì 26 novembre 2009

Sulle note della raccolta differenziata

Video e canzone sono finanziati dall'AMA per la sensibilizzazione alla raccolta differenziata.
Il pezzo è scritto e interpretato dal giovane e promettente cantautore romano Jacopo Ratini.
Immaginiamo di cantarla tutti insieme per strada!
Ho deciso che farò la raccolta differenziata lalalala


lunedì 23 novembre 2009

A qualcuno piace caldo.Il vertice di Copenaghen fallisce prima di iniziare!

Secondo alcuni scienziati l’Oceano Artico potrebbe ritrovarsi senza ghiacci nell’estate del 2030. Secondo altri già nel 2012. Il ghiaccio sostiene l’intero ecosistema dell’Artico. Gli orsi bianchi sono tra le specie più a rischio: molti annegano perché non riescono a raggiungere le poche lastre di ghiaccio, altri digiunano tutta l’estate in attesa che la superficie marina si congeli. Per la prima volta sono stati registrati casi di cannibalismo tra orsi polari. Lo scienziato James Hansen uno dei climatologi più importanti al mondo ha affermato: “Se bruceremo tutti i combustibili fossili immetteremo l’anidride carbonica nell’atmosfera, faremo sciogliere i ghiacci del pianeta e allora il livello dei mari salirà di 80 metri. Quindi avremo un pianeta diverso.” Ad oggi è noto a tutti come la presenza di CO2 nell’atmosfera abbia raggiunto livelli pericolosi e l’unico modo per limitare la quantità di anidride carbonica è ridurre l’uso del carbone, il combustibile fossile con la più alta quantità di carbonio: “Bisogna lasciarlo dov’è o bruciarlo in centrali che ne catturano realmente l’anidride” ha spiegato Hansen, ma le cosiddette “centrali pulite” attualmente non esistono o comunque non sono ancora in funzione. Cosa si può fare allora? E’ innanzitutto fondamentale che si dismettano le vecchie centrali e accompagnare il processo ad un rimboschimento consistente, mentre eliminare l’uso del carbone è ancora una meta lontana. Attualmente esso garantisce la metà dell’elettricità degli Stati Uniti che in Cina si avvicina all’Ottanta per cento. Per quanto riguarda l’Italia, il Paese ha mantenuto un atteggiamento passivo dalla firma del protocollo di Kyoto, siamo ben lontani dagli obiettivi fissati e, quasi sicuramente, non li raggiungeremo, inoltre, tornare al nucleare comporterà costi elevatissimi e nessun beneficio riguardo al riscaldamento globale. Dal 7 al 18 dicembre i governi di oltre 190 paesi si riuniranno a Copenaghen, si era detto, per siglare un accordo globale sulla riduzione delle emissioni ed il supporto finanziario e tecnologico ai Paesi in via di sviluppo. Anche stavolta, invece, il mondo ha deciso di aspettare e di stare a guardare: non sarà definito alcun accordo globale sul taglio alle emissioni di CO2 del 50% entro il 2050. La decisione è stata presa da Stati Uniti e Cina nel corso del vertice Apec di Singapore tra i paesi dell’area Asia-Pacifico, a Copenaghen sarà con tutta probabilità trovata “solo” un’intesa politica, una sorta di tappa intermedia verso un nuovo vertice che si terrà a Città del Messico. Le speranze di chi, come Legambiente, credeva in un decisivo cambio di rotta in territorio danese si infrangono contro l’ennesimo fiume di buoni auspici…

sabato 24 ottobre 2009

Anche la luce diventa ecologica!

Alogeno, basso consumo, led: negli ultimi anni ritroviamo sempre più spesso questi termini quando si parla di illuminazione. Dai vertici dell'Unione Europea è stato dato il via ad un importante eco-cambiamento domestico. Il contenimento dei danni causati all'ambiente, attraverso una cattiva gestione delle fonti energetiche, vedrà come alleato un graduale smaltimento delle lampadine ad incandescenza negli ambienti domestici, in favore di quelle a risparmio energetico. Queste ultime consentono un risparmio del 30% di energia circa; di per sè, la nuova direttiva ha come scopo primario di proteggere l'ambiente riducendo l'emissiobne di CO2. Le lampadine tradizionali trasformano in luce il 5% di energia, il restante 95% si disperde in calore, mentre l'utilizzo delle nuove lampade significa un consumo di energia ridotto dell'80% con una minore produzione di CO2:un risparmio energetico ed economico enorme!
La modalità di riduzione ed eliminazione avrà una durata di circa 4 anni, dal 2009 al 2012. Esaurite le scorte già presenti sul mercato, sarà vietata la commercializzazione di tali lampadine, anche chiamate a bulbo diffondente, di potenza uguale o superiore a 80 W. In seguito, ad intervalli di 12 mesi, sarà diminuita la vendita di quelle con potenza inferiore, finchè ci troveremo ad acquistare lampade con una potenza massima di 7 W, e magari, come auspicabile, solo quelle a basso consumo. Questa tipologia di lampadine fu introdotta sul mercato già nel lontano 1985.
Attualmente esistono in commercio diversi tipi di lampade a risparmio energetico, come le alogene, utilizzabili per tutte le applicazioni ed apparecchi oggi in uso, alle quali in futuro si aggiungeranno i LED.

I vantaggi per il portafoglio. Le lampade a risparmio energetico sono più costose rispetto a quelle tradizionali ma, paradossalmente, ci permettono di risparmiare! Una lampadina ad incandescenza da 100 Watt costa all'incirca 1 €, una fluorescente compatta, con lo stesso flusso luminoso (20 W) la paghiamo invece circa 7 €. Mentre le prime, però, durano fino a 1000 ore, le seconde arrivano a 15.000;quindi bisognerebbe acquistare 15 lampadine tradizionali per ottenere la durata di una singola lampada a risparmio di energia che, tra l'altro, ci fa spendere 252 € in meno di energia per il tempo della sua durata.

mercoledì 21 ottobre 2009

Notizie e curiosità "ecologiche" dal mondo

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lunedì 19 ottobre 2009

LavorarECOlogicO (2/2)

Eccoci all’attesissima seconda "puntata". Chi avesse perso per strada la prima parte dei consigli di ViverECOlogicO per vivere in un ufficio più "verde" e, di conseguenza, più salutare, può semplicemente cliccare qui.
Oggi ci occuperemo degli ultimi due aspetti più importanti che vi permetteranno di rispettare la natura e favorire il risparmio energetico anche nei vostri luoghi di lavoro: l’uso delle macchine e degli altri materiali che accompagnano ogni giorno le nostre lunghissime (fin troppo!)ore in ufficio!

Macchine. Passare molte ore con gli occhi fissi davanti al computer affatica la vista e crea problemi agli occhi (ne sanno qualcosa le vostre redattrici di ViverECOlogicO!). E’ utile, per esempio, fare una pausa dopo ogni ora trascorsa davanti allo schermo (ed è anche un’ottima scusa per un caffè eh eh!) e applicare sul video un filtro per limitare riflessi e bagliori.
Per quanto riguarda un’altra cara compagna delle nostre giornate lavorative, la fotocopiatrice, non tutti sanno che la fotocopiatrice durante il suo funzionamento, determina la produzione di ozono, che, se supera una certa dose di concentrazione, può causare sintomi irritativi a occhi e vie respiratorie. Di conseguenza è meglio installare la fotocopiatrice in una stanza separata dai luoghi di permanenza, ben aerabile, meglio se con una finestra. La stanza separata è utile anche per attenuare i rumori della fotocopiatrice e di altre macchine (stampanti, macchine da scrivere).
I toner, inoltre, contengono sostanze cancerogene, per cui è bene evitare di mangiare o fumare durante il lavoro alla fotocopiatrice, mentre è utile alla fine lavarsi sempre le mani, facendo molta attenzione durante le operazioni di ricambio del toner (i resti del toner sono rifiuti speciali: non mettere nei cassonetti, ma consegnare alla ditta di manutenzione).
Per quanto riguarda l’uso di altre utilissime e diffusissime "macchine", come le calcolatrici o gli orologi, scegliere quelli ad energia solare, limitando così l’uso delle batterie. Se però proprio non se ne può fare a meno, si possono usare pile riciclabili, che durano molto più a lungo delle batterie alcaline.

I materiali d’uso. In pieno spirito ecologista, non possiamo non consigliare vivamente l’uso della carta riciclata e di quella prodotta senza l’uso di cloro: entrambe hanno un minor impatto ambientale e possono essere impiegate per moltissimi usi. E’ bene inoltre usare colle, correttori liquidi, biro e pennarelli senza solventi, ma fatti con materiali solubili in acqua, oppure matite fluorescenti, da sostituire agli evidenziatori. Solo per fare un esempio, i correttori liquidi contengono tricloetano, una sostanza tossica e irritante che permane a lungo nell’ambiente. Tutti i materiali in plastica, inoltre, possono essere facilmente sostituiti con righelli in legno, raccoglitori di cartone, portacenere di vetro o terracotta, perforatrici e cucitrici di metallo. Ci sono poi vari prodotti in vendita che sostituiscono in modo impeccabile tutto ciò che è"usa e getta": penne ricaricabili, contenitori per toner ricaricabili, nastri per macchine da scrivere e stampanti "reinchiostrabili", batterie ricaricabili, evidenziatori ecologici.Le penne stilografiche sono ad esempio una valida alternativa alle penne a sfera: sono più volte ricaricabili con l'inchiostro, costano quindi meno e consumano meno risorse.

Infine una piccola nota su come ridurre e gestire al meglio i rifiuti del vostro ufficio ecologico. Un esempio in questo senso ci può venire dalla carta. I consigli, tanto scontati quanto inascoltati dai più purtroppo, sono: ridurre l'uso dei fogli, fotocopiando da ambo i lati; riutilizzare il retro della fotocopia errata o inutile per gli appunti o le prove per la stampante; raccogliere con un cestino vicino alla stampante/fotocopiatrice la carta errata per il suo riciclaggio. E ricordate che la gestione corretta dei rifiuti richiede la raccolta separata (carta, plastica, batterie, oggetti contenenti solventi..).

martedì 13 ottobre 2009

LavorarECOlogicO (1/2)

Molti di noi passano moltissime ore sul posto di lavoro. Impossibile, allora, non tener conto del fatto che la salvaguardia dell’ambiente passa anche dalle scrivanie e dalle scartoffie dei nostri uffici!
ViverECOlogicO vi aiuta a creare un ufficio compatibile con tutte le regole che permettono di voler un pò più bene al nostro pianeta.

Partiamo dall’uso dell’illuminazione. E’ bene sfruttare il più possibile la luce naturale e non soltanto per evidenti motivi economici. L’illuminazione artificiale può avere effetti negativi sulla salute (affaticamento della vista, stress, depressione).L’esposizione ai raggi del sole o alla luce naturale, invece, ha evidenti effetti benefici sul nostro fisico.
Nel caso in cui, però, questo non sia possibile, è bene scegliere ed usare lampadine a risparmio energetico: quelle a fluorescenza consumano un quarto circa dell'energia utilizzata da una lampadina a incandescenza e durano più a lungo. Anche se sono più costose, il loro prezzo viene recuperato rapidamente con il minor consumo di energia e la maggior durata.

Aria. La qualità dell’aria che respiriamo nei nostri uffici può essere inquinata da sostanze di diverso tipo: polveri, batteri, amianto, formaldeide, monossido di carbonio, composti organici volatili. Sono queste le cause di alcuni disturbi che ci colpiscono spesso durante le ore di lavoro (non parliamo di quei “disturbi improvvisi” chiamati scientificamente “il capo mi ha stufato, ho voglia di ferie e di vacanze”, che colpiscono numerosi membri della specie umana soprattutto all’avvicinarsi della bella stagione…), come mal di testa, debolezza o eruzioni cutanee. Le fonti di queste sostanze possono essere diverse: fumo di sigaretta, aria proveniente dall'esterno, arredi e mobilio, articoli da cancelleria, prodotti per la pulizia.. Oltre alla eliminazione alla fonte di questo "cocktail" di veleni, la soluzione migliore è l'aumento del ricambio dell'aria, fatto semplicemente con l'apertura delle finestre, fermo restando che occorre sempre sperare che l'aria esterna sia migliore. E' importante anche assicurarsi un buon tasso d'umidità dell'aria, attraverso delle piante che hanno anche una funzione depuratrice dell'aria, eliminando il monossido di carbonio e riducendo notevolmente la concentrazione di formaldeide.
Per continuare a leggere i nostri consigli LavorarECOlogicO clicca qui!

martedì 29 settembre 2009

Il gas dei ricchi inquina i poveri

Sono i paesi più poveri a pagare di più per le emissioni di carbonio e per il conseguente riscaldamento globale, pur non essendone principali autori. I costi sono soprattutto in termini di salute pubblica. “Il nostro consumo di energia”, spiega Jonathan Patz dell’università del Wisconsin a Madison, “modifica ambienti che sono anche molto lontani dal mondo occidentale”. Malattie come la malaria o il dengue (una grave febbre di origine virale) sono sensibili al cambiamento climatico, e la loro espansione è legata all’aumento di temperatura nei Paesi tropicali.
Il geografo ha quantificato il problema mettendo a confronto le emissioni di CO2 pro capite con quanto queste malattie siano aggravate dal cambiamento climatico. Il confronto è impietoso: gli americani, per esempio, hanno una produzione di anidride carbonica sei volte superiore al normale, ma il rischio che corrono in conseguenza è più basso.
Per questo, dice Patz:”Il mio lavoro vuole inquadrare gli aspetti quantificabili del cambiamento climatico in una dimensione etica. Il mondo industrializzato deve trovare soluzioni per proteggere prima di tutto le popolazioni più povere”.
 
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