lunedì 23 novembre 2009

A qualcuno piace caldo.Il vertice di Copenaghen fallisce prima di iniziare!

Secondo alcuni scienziati l’Oceano Artico potrebbe ritrovarsi senza ghiacci nell’estate del 2030. Secondo altri già nel 2012. Il ghiaccio sostiene l’intero ecosistema dell’Artico. Gli orsi bianchi sono tra le specie più a rischio: molti annegano perché non riescono a raggiungere le poche lastre di ghiaccio, altri digiunano tutta l’estate in attesa che la superficie marina si congeli. Per la prima volta sono stati registrati casi di cannibalismo tra orsi polari. Lo scienziato James Hansen uno dei climatologi più importanti al mondo ha affermato: “Se bruceremo tutti i combustibili fossili immetteremo l’anidride carbonica nell’atmosfera, faremo sciogliere i ghiacci del pianeta e allora il livello dei mari salirà di 80 metri. Quindi avremo un pianeta diverso.” Ad oggi è noto a tutti come la presenza di CO2 nell’atmosfera abbia raggiunto livelli pericolosi e l’unico modo per limitare la quantità di anidride carbonica è ridurre l’uso del carbone, il combustibile fossile con la più alta quantità di carbonio: “Bisogna lasciarlo dov’è o bruciarlo in centrali che ne catturano realmente l’anidride” ha spiegato Hansen, ma le cosiddette “centrali pulite” attualmente non esistono o comunque non sono ancora in funzione. Cosa si può fare allora? E’ innanzitutto fondamentale che si dismettano le vecchie centrali e accompagnare il processo ad un rimboschimento consistente, mentre eliminare l’uso del carbone è ancora una meta lontana. Attualmente esso garantisce la metà dell’elettricità degli Stati Uniti che in Cina si avvicina all’Ottanta per cento. Per quanto riguarda l’Italia, il Paese ha mantenuto un atteggiamento passivo dalla firma del protocollo di Kyoto, siamo ben lontani dagli obiettivi fissati e, quasi sicuramente, non li raggiungeremo, inoltre, tornare al nucleare comporterà costi elevatissimi e nessun beneficio riguardo al riscaldamento globale. Dal 7 al 18 dicembre i governi di oltre 190 paesi si riuniranno a Copenaghen, si era detto, per siglare un accordo globale sulla riduzione delle emissioni ed il supporto finanziario e tecnologico ai Paesi in via di sviluppo. Anche stavolta, invece, il mondo ha deciso di aspettare e di stare a guardare: non sarà definito alcun accordo globale sul taglio alle emissioni di CO2 del 50% entro il 2050. La decisione è stata presa da Stati Uniti e Cina nel corso del vertice Apec di Singapore tra i paesi dell’area Asia-Pacifico, a Copenaghen sarà con tutta probabilità trovata “solo” un’intesa politica, una sorta di tappa intermedia verso un nuovo vertice che si terrà a Città del Messico. Le speranze di chi, come Legambiente, credeva in un decisivo cambio di rotta in territorio danese si infrangono contro l’ennesimo fiume di buoni auspici…

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