domenica 3 maggio 2009

Vento e sole ok, etanolo no

Per la prima volta un ricercatore si è preso la briga di esaminare una ad una tutte le possibili fonti per la produzione di energia, non soltanto in base al loro potenziale energetico ma anche secondo il loro impatto su salute e ambiente. Autore di questo ciclopico lavoro è Mark Jacobson, professore di Ingegneria civile e ambientale all’università americana di Stanford. Nell’analisi Jacobson ha tenuto conto dell’impatto delle fonti energetiche su riscaldamento globale, salute, sicurezza, mantenimento delle risorse idriche, spazio richiesto, inquinamento dell’acqua, conservazione della fauna selvatica e ha considerato anche la loro affidabilità e sostenibilità. Ne è venuta fuori una classifica che vede l’energia eolica al primo posto. Il risultato evidenzia che “le alternative energetiche “buone” nn sono quelle più considerate dai politici. E alcune alternative proposte sarebbero una scelta pessima”.
L’eolico porta per esempio a una riduzione delle emissioni di anidride carbonica e di sostanze inquinanti del 99% rispetto al petrolio, con un impiego del terreno 30 volte inferiore rispetto a quello richiesto per produrre etanolo per autotrazione da foraggi o dal mais. Anche il carbone cosidetto “pulito” produce da 60 a 110 volte più inquinamento dell’eolico.
Per non parlare del nucleare: anche se inquina solo 25 volte più del vento, pone una serie di problemi di sicurezza, costi e tempi di realizzazione difficili da superare.

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